| Riporto questo dal sito del Brancaccio:
"NOTE DI SCENEGGIATURA Portami Tante Rose è una famosissima canzone che ha attraversato intere generazioni. Enrico Vaime ed io avevamo fatto un’altra constatazione e cioè che oggi c’è un rapporto molto più saldo vorrei dire intenso, tra i giovani e le persone anziane. Ovvero, per farla facile: nonni e nipoti. Quasi che i nonni e le nonne siano psicologicamente più attrezzati a intendersi con i giovani e a correr dietro ai loro possibili sogni, alle ipotesi anche strampalate. Partendo da quest’assunto, la commedia con musiche “Portami tante rose” di Maurizio Costanzo e di Enrico Vaime scritta con la collaborazione di Chicco Sfondrini e Marco Mattolini per la regia di quest’ultimo, racconta su una bella scenografia di Alessandro Chiti e attraverso i costumi di Laura Costantini, di undici persone tutte con la voglia di fare uno spettacolo. Li riceve in casa Valeria Valeri e si trovano a carezzare questo sogno perché, anche lei lo aveva coccolato. Non vi raccontiamo l’intreccio ma sta di fatto che si stabilisce e lo si coglie a vista, un grande rapporto, una grande complicità e intesa fra Valeria Valeria e tutti gli altri. Si respira una, purtroppo oggi inedita tenerezza, tra gli uni e l’altra. Questa è la cifra più importante dello spettacolo, al di là delle canzoni arrangiate da Pino Perris e con le coreografie di Garrison. A noi sembra che ci sia in giro voglia di tenerezza. Crediamo di averla intercettata. Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime NOTE DI REGIA Lo facevo da bambino quando partecipavo alle recite di Natale , da adolescente quando mi esibivo in una filodrammatica parrocchiale, ho continuato a farlo da giovane impegnato nel teatro studentesco e poi politico, e anche dopo, da professionista, quando c’erano pochi soldi e confesso che lo faccio anche quando ce ne sono tanti e si tratta di far capire allo scenografo o agli attori il tipo di attrezzeria che serve: porto le cose da casa. Credo che una volta nella vita sia capitato a tutti. O quasi. E’ il sintomo di una grande passione. Ho pensato a quell’entusiasmo per cercare di rappresentare questo gruppo di ragazzi e di attori giovani di talento, spronati da una estrosa ed elegante signora non si quanto over 60, che non si arrendono di fronte alle difficoltà di un produttore che scappa con la cassa e cancella lo spettacolo e lottano, con tutte le loro forze, perché il loro spettacolo, dedicato all’amore, si faccia. Il lavorio artistico dei nostri eroi prende spunto dalla loro umanità, si nutre delle loro esperienze sentimentali, è inserito in azioni e tempi comuni a qualsiasi quotidianeità, ovviamente stravolti comicamente dalla creatività esplosiva di tutto il gruppo. Un commedia musicale che mette a confronto tre generazioni: una anziana signora, un gruppo di ragazzi sui vent’anni o poco più e la generazione di quelli che potrebbero essere i loro fratelli maggiori. Quando me ne parlarono la prima volta, confesso fui scettico. Costanzo e Vaime sostenevano che per i giovanissimi è più facile parlare con i nonni o con i fratelli più grandi che con i genitori, troppo spesso assorbiti, se non travolti, dalla lotta quotidiana per il lavoro e per la vita. Leggendo il testo, studiandolo e mettendolo in scena, mi sono reso conto che questo inedito confronto di età, culture, gusti musicali diversissimi è davvero interessante e ci aiuta a riflettere con leggerezza su temi importanti, sui modi di comunicare, sulle paure e le speranze di oggi, nella vita e nell’amore. E tutto questo grazie all’impegno creativo di una grande attrice che, senza disdegnare ruoli drammatici, è sempre andata fiera dei suoi eccezionali successi nel teatro brillante, di quattro validissimi interpreti, forti della loro esperienza multimediale e dei ragazzi delle varie annate di “Amici”, compresa la più recente, impegnati in personaggi autonomi e non più ricalcati sulla loro biografia televisiva. Il clima è quello allegro, leggero, ma non sciocco di una favola moderna. I pezzi musicali, la maggior parte dei quali molto conosciuti, sono proposti e coreografati in funzione della narrazione e non interrompono, ma portano avanti la storia dei rapporti fra i vari personaggi. Commedia con musiche, non musical, come opportunamente dice la locandina. Il resto è frutto del lavoro appassionato di un gruppo ideativo – produttivo - tecnico stabile, consolidato, forte dell’esperienza e dei lusinghieri esiti di oltre tre anni di lavoro, a cui va tutta la mia stima e riconoscenza. MARCO MATTOLINI
Mi piace quando Mattolini parla dei ragazzi "impegnati in personaggi autonomi e non più ricalacati sulla loro biografia televisiva". Non vedo l'ora di sapere che tipo di personaggio interpreterà Susy.
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