| Ecco due recensioni a confronto su Portamitanterose.it: una negativa e una positiva:
Negativa (dal Creberg di Bergamo): La recensione di Petra Motta Dopo il coinvolgente “Why” di Ezralow, ecco approdare nuovamente a Bergamo gli ‘Amici di Maria’ con la loro ultima fatica, Portamitanterose.it, un po’ musical, un po’ commedia, un po’ sarabanda di brani celebri. Questa volta, però, non bastano i testi di Costanzo e Vaime, né la partecipazione di un’attrice di prosa del calibro di Valeria Valeri, di un intrattenitore come Paolo Ruffini, del collaudato e poliedrico Poggi, per trasformare un’idea in spettacolo. Portamitanterose è un prodotto destinato agli affezionati telespettatori del celebre reality Mediaset; è uno spettacolo in grado di divertire solo il ‘suo’ pubblico, e di lasciare del tutto indifferenti gli spettatori non avvezzi al menage televisivo della De Filippi. Nella grande casa dalle vetrate liberty dell’elegante Isabella (Valeria Valeri), vivono undici giovani – e meno giovani – aspiranti attori con il sogno di realizzare uno spettacolo sull’amore. Le loro storie, appena abbozzate dalla semplice sceneggiatura, si intrecciano con le difficoltà economiche e l’allontanarsi del loro sogno di gloria; ma l’aura protettiva della generosa e anacronistica Isabella risolverà ogni problema, scioglierà ogni dubbio e permetterà di creare lo spettacolo tanto agognato. Amore, amicizia e buoni sentimenti sono gli ingredienti – a tratti stucchevoli – di un musical che assomiglia sempre più al saggio finale della scuola di “Amici”. Di fronte all’unica e fissa scenografia dell’interno della casa di Isabella, il tempo appare immobile, appena sfiorato dalle pallide vite dei protagonisti, troppo impegnati a esibire le proprie doti di cantanti e ballerini freschi di studi per accorgersi di essere parte di un quadro d’insieme. Un amalgama di brani celebri, canzonette sanremesi, hit dei più osannati musical di Broadway eseguiti con una certa partecipazione, è la colonna sonora per una sceneggiatura che non convince e cerca nella musica la soluzione alla propria vacuità.
Positiva (dal Nuovo di Milano): La recensione di Wanda Castelnuovo Una pimpantissima Valeria Valeri (Roma, 1921) - con il simpatico vezzo di confessare con giusto orgoglio i suoi anni non solo portati con straordinario spirito, ma vissuti intensamente e con successo come attrice di teatro, di cinema e di televisione oltreché doppiatrice - interpreta nella simpatica e allegra commedia “Portami tante rose.it” i panni di Isabella, un’agiata signora raffinata, brillante, anticonformista, ‘single’ per vocazione (tanto da essere certa che la marcia nuziale di Mendelson non sia un portafortuna), ma non acida, anzi ... Il non avere perso le occasioni offertele dalla vita l’ha resa gratificata e desiderosa di ‘dare’ agli altri, in particolare l’occasione che avrebbe voluto avere nella sua esistenza: divenire attrice. Isabella ospita così in casa propria un gruppo di giovani talentuosi e pieni di buone speranze e insieme costruiscono un musical il cui titolo viene suggerito in base ai suoi ricordi personali dalla simpatica ‘mecenate’. E in questa elegante dimora si svolgono la vita in comune, la preparazione allo spettacolo con le piccole soddisfazioni, i grandi dolori di tutti i giorni, le delusioni, i rapporti affettivi più o meno profondi tra i giovani animati e sostenuti dallo spirito eccezionale e dalla ‘vis’ volitiva di questa straordinaria e umanissima persona capace di tutto pur di realizzare i loro sogni. Questi in verità offrono un ventaglio di caratteri, capacità e reazioni varie e variegate di fronte alle delusioni del lavoro e dell’amore, ma la lezione di non scoraggiarsi penetra sottile e suadente nei loro animi tanto da farne un gruppo unito e compatto, desideroso di dialogare di trovare conforto, appoggio e tenerezza nella simpatica ‘nonna adottiva’ con cui si instaura un feeling emotivo straordinario. E se la bravura di Valeria Valeri è indiscutibile, bisogna evidenziare le ottime qualità artistiche del gruppo quando balla, canta e recita affrontando anche temi importanti come la fuggevolezza della vita. Uno spettacolo piacevole - anche per la bella e allegra coreografia - che attraverso un quotidiano filtrato con leggerezza distrae e diverte con altrettanta levità. Milano, Teatro Nuovo, 13 febbraio 2009
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