La mia sarà deformazione professionale, ma il servizio a "La vita in diretta" mi ha un po' irritato per il modo in cui sono stati trattati Susy e gli altri.
Ho provato a sccrivere alla trasmissione, ma non trovando il modo per farlo, ho puntato in alto e ho scritto ad Alfonso Signorini, direttore di Sorrisi e Canzoni.
Vi riporto il messaggio e se qualcuno fosse d'accordo con me e volesse provare a scrivergli l'indrizzo è:
[email protected].
"Caro direttore,
mi permetta una domanda: chi fa informazione televisiva non dovrebbe conoscere ciò che viene trasmesso nelle varie reti televisive?
Mi riferisco ad un servizio su Marco Carta mandato in onda oggi, giovedì 3 aprile, da "La vita in diretta".
Marco è stato ripreso mentre ballava in una discoteca assieme ad altri ragazzi, che altri non erano che ex allievi di Amici 7, l'edizione da lui vinta. In particolare, la ragazza che l'autore del servizio insisteva a definire la "biondina", è Susy Fuccillo, la ballerina arrivata ad un soffio dalla finale di Amici 7, ed ora in tournée con Valeria Valeri con la commedia musicale "Portamitanterose.it". Nel servizio viene trattata alla stregua di una groupie senza arte né parte che insegue il cantante famoso, mentre le migliaia di fans di Marco e Susy sanno che loro sono molto amici e lo stesso Marco in altre interviste, ha parlato di lei come di una sorella.
Lo stesso discorso vale per gli altri ragazzi, tra i quali chi segue Amici ha potuto riconoscere Valentina Mele, Gennaro Siciliano, Gianluca Conversano, Cristina da Villanova ed altri, tutti invitati alla festa per la presentazione del libro di Kledy Kadiu che, tra l'altro, non è stato nemmeno nominato.
I casi, perciò, sono due: chi ha curato il servizio non conosce veramente quei ragazzi, facendo la figura dell'impreparato (per voler essere benevoli) nei confronti dei milioni di telespettatori che invece li conoscono, oppure li conosce, ma non ha voluto chiamarli con il loro nome e cognome per ...quale motivo? Per dare una particolare immagine di Marco? Ma quale immagine? Paradossalmente credo che un servizio strutturato in quel modo possa "danneggiare" proprio la sua immagine, perché ci fa la figura del "montato di testa", al cospetto del quale anche i suoi amici perdono la loro identità.
Visto che la maggior parte dei telespettatori conosce quei ragazzi, non sarebbe stato meglio fare un servizio su dei giovani artisti che sono diventati veramente amici grazie ad un programma televisivo?
Direttore, la ringrazio per l'attenzione."