I migliori anni della Lotteria/Epifania

« Older   Newer »
  Share  
buck00
CAT_IMG Posted on 5/1/2011, 21:54




Viaggio dietro le quinte dei «Migliori anni», il programma abbinato per questa stagione alla Lotteria Italia, finale giovedì 6. L'imponente Auditorium Rai del Foro Italico a Roma sembra un alveare brulicante di apine che si industriano a cambiarsi d'abito, trovare oggetti, danzare balletti, indossare vecchi merletti, arrangiare canzoni. Il ritmo è tosto, tutti corrono, le prove si susseguono, le quattro bellezze Sara Facciolini, Roberta Morise, Elena Ossola, Angela Tuccia, portano in giro capelli e tacchi, il regista Maurizio Pagnussat governa la poderosa macchina, Carlo Conti chiede e pretende ma, dicono di lui: «Chiede a ragion veduta e dopo ringrazia». Conferma: «Sono pignolo come un capocomico all'antica italiana. Per avere successo tocca lavorare. E questo è una tivù artigianale, un varietà vecchio stile. Siamo tanti in scena, ci esercitiamo, c'è un bel gioco di squadra, ci teniamo tutti. In fondo stiamo rifacendo Canzonissima, quest'anno torneranno persino gli abbinamenti». No, i vecchi abbinamenti! Erano scomparsi, ogni anno li andavamo inutilmente cercando, nelle case e nelle redazioni. E con che cosa saranno abbinati i primi sette biglietti vestratti? «Con i "noi che" più belli, già selezionati». I «noi che» sono quegli sms che il gentile pubblico invia per ricordare momenti, atmosfere, abitudini. Sono anche diventati un libro, incassi in beneficenza. «Rappresentano il momento topico del programma, perché mettono insieme memoria personale e memoria collettiva. Voi dalla redazione della "Stampa" potreste mandarmi: "Noi che ricordiamo gli abbinamenti tra i biglietti della Lotteria e le canzoni"». Non mancheremo.
Per il 6, ribadisce il concetto della festa: «Si sfideranno i due decenni più votati dai ragazzi in studio, i '60 e i '70», e dunque vai di Al Bano, Massimo Ranieri, Orietta Berti, Peppino Di Capri, Patty Pravo, Umberto Tozzi, Baglioni che fa da filo rouge. E Omar Sharif, il dottor Zivago di tutti noi. Più Nino Frassica, ospite fisso con la parodia di «X Factor». Questo programmone, prodotto da Raiuno con Endemol, è un format tutto italiano (càpita, talvolta), già venduto e trasmesso in Spagna, Russia, Brasile, Cina, Francia, «e proprio pochi giorni fa ho salutato il collega rumeno che debuttava», ricorda Conti. Nel titillare i ricordi degli spettatori, tutto può essere evocativo: ma fondamentale è la musica. Pinuccio Pirazzoli dirige un'orchestra di 26 elementi e a vederli in prova sembrano proprio divertirsi. La musica è musica, ma questo è pure un lavoro, che diamine. «Sì, però i miei musicisti ce l'hanno sul serio, il piacere di suonare insieme. Io prima mi occupavo di discografia, facevo l'arrangiatore per Celentano, Leali, Barbarossa, Rettore: ebbene, conoscere le tecniche del passato mi aiuta a togliere la muffa ai brani, e riproporli in maniera moderna, senza però snaturarli». Parlando di «allegria e professionalità», Pirazzoli torna dai suoi, si lavora, IL 6 è alle porte e arrivano tanti ospiti, loro devono essere pronti all'aggancio in corsa. All'erta.

I danzatori in scena sono quaranta, gli toccano dalle otto alle tredici esibizioni a puntata. «Numero anomalo per i varietà di adesso», dice il coreografo Fabrizio Mainini, 23 anni di «vecchia scuola». «Insieme con le mie assistenti Francesca Traversa e Micaela Lancione avremo montato 140 coreografie, elaborando e personalizzando il modo di ballare dei decenni. Praticamente viviamo nelle due sale prove, sembriamo una catena di montaggio, per i ragazzi questa è una vera scuola di formazione». Lo studio è grande, ma dallo studio non si vede quello che vede lo spettatore da casa. «Perché questa è una tecnoscenografia - racconta Riccardo Bocchini, responsabile di scenografia, grafica e arredamento. «Abbiamo una library di oltre 400 disegni che, mescolati, personalizzati, diversamente colorati, forniscono le immagini più adatte ad ogni canzone». Poi grafica in 3D, retroproiettori e, in collaborazione con Cinzia Bertuccio e la redazione, il reperimento degli oggetti utili a definire un periodo: i punti dell'Olandesina e i fiammiferi Minerva, i click clack e gli adesivi del formaggino.«Insomma, facciamo un lavoro divertente, costruttivo e faticoso», suggella e sunteggia Silvia Frattolillo, costumista di lungo corso («lavoravo nelle commedie musicali di Garinei & Giovannini»), altra pietra miliare del complesso ambaradan. «Tutti i costumi sono frutto di una ricerca di coerenza con lo stile dei decenni, reso però compatibile con il varietà tv. Le epoche sono fatte anche di accessori, acconciature, trucco, per un totale di 80-100 cambi a puntata». E così se ne va, Frattolillo, a inseguire i suoi ragazzi imbracciando un fascio di costumi stile Abba. Oh mamma mia, va in scena l'Epifania.


LASTAMPA.IT
 
Top
0 replies since 5/1/2011, 21:54   67 views
  Share